lunedì 20 ottobre 2008

Intervista ad Alan Beggin su MTBnews

Devo dire che sono rimasto molto stupito dall'annuncio nell'articolo pubblicato oggi da MTBnews e soprattutto dal tono, dagli attacchi a tutto campo, un arrivederci un po' troppo pieno di acidità e di offese per essere considerato un bel commiato provvisorio, come avrebbe dovuto essere.
Certamente è un brutto momento per Alan, la perdita del padre, per la quale tutti in qualche modo abbiamo cercato di fargli avere la nostra vicinanza, basti leggere qui nel nostro blog come abbiamo aperto su Pragelato, ma questo non puo' giustificare una serie di affermazioni a riguardo della mia persona quella del Bicio e quelle su l'ambiente in generale in cui non si salva quasi niente, salvo naturalmente lui, come pilota "serio".
E' un vero paradosso che proprio le persone che hanno piu' pesantemente subito dai suoi reiterati voltafaccia, quelle piu' deluse e diciamolo pure, risentite dal suo comportamento scorretto, siano anche oggetto di offese nel momento dell'addio di "riflessione".
Ci mancava solo che avesse messo tra i colpevoli del clima avverso e del suo abbandono anche la ditta di forcelle che lo aveva sponsorizzato e si è ritrovata all'ultima gara a vederlo correre con una di concorrenza, che il quadro ribaltato era completo!
Spero che rifletta anche su questo e nel caso si scusi di quanto ha detto
La mia opinione su Alan Beggin? Un grande campione a livello italiano, uno stile di guida che mi è sempre piaciuto, leggero pulito e che fra l'altro, ben si adattava alle mie bici, e non per niente Alan, dopo averle provate tutte ad ogni inizio di stagione, finiva sempre per sceglierle.
I risultati sono sempre venuti, con noi ha vinto tutto quello che c'era da vincere battendo perfino l'imbattibile Corrado, in una indimenticabile sfida a Commezzadura.
Certamente la sua corporatura ha avuto un ruolo non positivo, la statura ha la sua rilevanza in questo sport, infatti dopo anni e tante bici cambiate, la tipologia di risultato non è cambiata, fortissimo dove c'è da girare, molto meno dove c'è da far scorrere sul veloce e si ha bisogno di altezza per avere piu' escursione con il corpo.
La mia opinione sulla persona Alan non è altrettanto entusiastica; io penso che un pilota per definirsi "serio" come lui si autodefinisce, dovrebbe essere uno che tiene fede fino in fondo agli impegni, specie se liberamente presi, che capisce che in gioco non ci sono solo i suoi ma anche gli interessi, l'immagine, il diritto alla considerazione degli altri,di tutti quelli che si impegnano a supportarlo, fornendogli i mezzi tecnici, i consigli, l'aiuto sul campo, questo che piova o che faccia bello, che si vinca e anche se qualche volta si arrivi dietro, sempre con grande sacrificio personale.
Noi non abbiamo mai preteso firme dai nostri piloti ci basta la loro parola, noi ci fidiamo, come i piloti si fidano di Ancillotti.
Devo dire che, con tutti quelli, tanti, che abbiamo avuto, solo con lui abbiamo avuto la spiacevole sorpresa di arrivare col furgone ad una gara e di scoprire che correva con un altro mezzo, questo senza essere stati avvertiti, senza che ci fossero stati dei motivi seri, senza che fino ad allora, Alan non si fosse dimostrato piu' che contento del mezzo liberamente scelto.
Immaginate come siamo rimasti io e Tomaso, ma anche Dal Fitto e tutti gli altri nostri del team! Sono cose che ti restano impresse a vita, non mi era mai accaduta una cosa simile, neanche quando facevo le moto dove, anche lì ,ho lanciato tanti piloti.
Un caso? Un brutto episodio isolato? No. Con la stessa incuranza per Ancillotti ha reso lo stesso servizio al Bicio/GT infine ciliegina sulla torta quest'anno
lo abbiamo visto correre, proprio a fine stagione con una altra marca di forcella da quella che lo sponsorizzava.
E' chiaro che, con questi comportamenti, non ci si puo' aspettare di avere reputazione di pilota "serio" o semplicemente simpatia da parte di tutti quelli che gravitano nell'ambiente, nè ci si puo' lamentare di essere "soli" e di trovare sempre meno appoggi da parte degli sponsor, nè soprattutto si puo', da un tal pulpito, accusare altri di danneggiare l'ambiente.

Si raccoglie cio' che si semina.

Alberto Ancillotti