Wyn in una foto di Matteo Cappe' alla Townhill di Bergamo, in una delle batterie di qualificazione.
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Ogni gara al di là risultato, porta sempre esperienza ,motivi di considerazioni di approfondimenti, che diventano molto spesso arricchimenti del bagaglio “culturale” agonistico e tecnico.
Con queste tre gare e con il contatto diretto nel seguire i nostri nuovi atleti.. extracomunitari, ho notato diverse particolarità e anche, chiamiamole pure, piacevoli novità.
Già da quando hanno cominciato a girare sul campetto di casa nostra, il giorno prima della partenza per Peille e Bergamo ,sono rimasto impressionato dal loro modo di stare sulla bici ed andare, veramente un altro pianeta questa scuola, chiamiamola “australe”.
Che il modo di guidare fosse differente mi è cominciato ad essere chiaro quando ho esaminato le bici con cui avevano disputato tutta la stagione nell’altro emisfero.
Ho i miei punti di riferimento, i punti chiave, le impronte e le tracce con cui come un detective, so subito stabilire il modo di andare e la fisionomia, in questo caso non dell’assassino ma del pilota.
Le due bici, ad esaminare quei punti cardine ed indicativi di cui sopra, sembravano non aver fatto tutte quelle gare, tutto quello che è od è legato, alla sospensione, alle ruote ai raggi ecc, sembrava essere stato molto poco sollecitato ed in perfette condizioni, poco usurato, solo la trasmissione dimostrava ben evidente, di essere stata usata e con forza.
Eppure mi sono detto Wyn non è affatto leggero e ha una stazza di 1,85 ed anche Brook se pur piu’ basso è un bel torello. Quando li ho visti girare l’intuizione è diventato certezza, ero infatti di fronte ad uno spettacolo di una padronanza della bici, una dinamicità e naturalezza di guida tale, da trasformare in leggerezza tutta la pur grande potenza fisica scaricata.
Caricando il camper per Peille ben conoscendone il percorso, tutto nello spigoloso calcare giurassico, abbiamo abbondato con le camere di scorta credendo, come ogni anno, di andare incontro ad un calvario di forature. Bene la conferma di quanto sopra mi è venuta da un meravigliato Tomy che mi telefonava mentre ero a Citta di Castello.
Incredibile! Mai una foratura!
Sarà così in tutti i 3 giorni. Dunque a parer mio (come, per fare una battuta, una casuale mutazione darwiniana alle Galapagos) si è selezionata nei continenti australi una nuova scuola con un connubio di DNA eccezionale, una leggerezza di guida di tipo francese, incredibilmente associata ad una potenza ed impeto tutto.. aborigeno , un mix che spiega molto bene il perché tanti piloti di quelle parti ,Hill in testa si siano così affermati.
Così anche questa volta con Brook, siamo tornati da Peille con il miglior risultato di un team italiano ,come è stato per il risultato di Wyn in Sudafrica, un buon auspicio che Ancillotti sia ancora quest'anno, il team da battere.
Alberto Ancillotti