venerdì 24 ottobre 2008

Il "caso" Beggin

Come era logico prevedere dal contenuto, l’intervista di Alan ha provocato una vera spaccatura nel mondo della DH, cosa che certo non giova allo stesso.
Per sdrammatizzare un po’ vedo che la frequentazione del sito ha raggiunto livelli da record, un vera impennata! Un argomento che, dato che in campo erano alcuni tra i principali personaggi del movimento, ha fatto audience!
Ma come ripeto ha fatto anche molto danno alla DH, era molto molto piu’ saggio evitarlo, anche perché come sempre succede in questi casi, ci sono stati degli eccessi.
Sarei dunque, in definitiva, accusato di non aver supportato Alan, per questo motivo sarei stato dunque mandato da lui su un’isola deserta nella sua intervista su tutto MTB e per lo stesso motivo, sarei ora al centro di questa nuova polemica, quasi che questa mancanza di supporto risalente a sei anni fa fosse una delle cause del suo disamore ed odierno abbandono.
Io personalmente penso che se Alan fosse arrivato primo degli Italiani al mondiale ed all’europeo, avesse fatto una buona prestazione in coppa, sarebbe stato al via anche l’anno prossimo; non è una colpa sua, è carattere! Alan non supporta l’idea di non essere il primo, del resto lo ammette anche lui nell'intervista
Dunque tornando al “mancato supporto di Ancillotti”, vorrei raccontare una cosa che è davanti agli occhi di tutti, chiunque, dico chiunque anche il piu’ fermo dei nostri piloti, chiunque sia possessore di nostre bici,ha sempre avuto sui campi di gara e fuori, la massima disponibilità ed attenzione, un’assistenza qualificata e direi di piu', appassionata, una caratteristica che ci viene universalmente riconosciuta come fonte delle nostre affermazioni sportive e reputazione di mercato, chiunque sia passato a trovarci sui campi di gara puo’ dire di avere visto me e tomy sempre con le mani sporche intenti a lavorare, questo che facesse bello o che piovesse a dirotto,per sedici lunghi anni.
Per quale motivo logico dunque, non avrei dovuto assistere con lo stesso impegno proprio quello che era allora il nostro pilota di punta?
E’ assurdo! Non stà in piedi!
Nel caso ci sarebbe da domandarsi: sono stati messi in grado di svolgere questa loro funzione?
E qui devo dire che, per mettere le mani sulla nostra, bici dovevamo prima chiedere il consenso e non sempre ci veniva accordato ,noi non disponevamo del libero accesso al nostro mezzo!
Devo dire anche che io e Tomy eravamo anche un po’ spaventati dall’idea che potesse succedere il minimo inconveniente, sentivamo molto la responsabilità ed il peso, della reazione che avrebbe avuto il campione, di fronte ad un eventuale nostro errore, intuivamo già allora, per nostra personale esperienza, che solo finchè si vince ,con delle persone che non ammettono di perdere, tutto va bene.
In queste condizioni si lavora male, molto male, insomma non era come lavorare sulla bici del solare Dal Fitto (quello sì adatto a far “gruppo”quel gruppo che ora Alan propugna ma che non ha mai fatto), e si finisce per non fare tutto quello che avremmo potuto, questo senz’altro
Qualcuno puo’ pensare che non l’abbiamo supportato con consigli, bene, quello che sempre abbiamo detto allora e da subito è che ,se Alan non andava a correre un po’ all’estero, non si sarebbe mai evoluto, addirittura ricordo di aver fatto un esempio preciso: se il giorno che c’è Lione vieni alla Uisp di monte Farneto, Alan, non ti evolvi!
Ricordo di aver telefonato piu’ volte a Morelli per fargli fare coppa e Morelli con molta lungimiranza! mi diceva "non possiamo portarlo è minorenne, ma lasciamolo maturare è giovane!Sì Morelli i piloti maturano come la frutta su gli alberi!
Queste cose mi piace raccontarle, indipendentemente dalla polemica, perché son pezzi di storia dell DH, sono degli aneddoti istruttivi che sarebbe un peccato se venissero persi.
Se avete voglia, visto che adesso le gare sono ferme e siamo tutti in attesa di cosa faranno i nostri lanciatissimi piloti (ogni volta che i risultati sono piu' di spicco, come quest’anno e piu’ la corsa al pilota del vivaio Ancillotti si fa serrata), posso raccontarvi qualche altro pezzo di vita della DH.
Comunque finisco qui con l'"affaire" Beggin o "der Fall" Beggin ,ho detto quello che dovevo dire e ho riferito dei fatti che sono stati sotto gli occhi di tutti all'epoca ed oggi.
Avendo conosciuto come molti vecchi del settore, altri grandi campioni come Bonanomi,Herin,Zanchi,(altro grande uomo di gruppo,vogliamo dirlo l'uomo simbolo della storia della DH italiana), ecc. ritengo che si potrebbe fare, liberamente, un confronto di cosa significhi oltre al campione ,essere un personaggio "serio"dal punto di vista professionale.
Alberto Ancillotti